Cacciatori di pane

Il team tutto italiano di Gastronomia Mediterranea ha proposto, ormai già da tempo, il contest “Bread Hunters – Cacciatori di pane”, che si propone di disegnare, con il contributo di ogni appassionato, una sorta di mappa degli innumerevoli tipi di pane che è possibile trovare in ogni angolo della nostra Penisola e del mondo, noti e meno noti, prodotti in un piccolo paese o in un’intera regione, per occasioni speciali o tutti i giorni dell’anno.
E’ questa l’occasione per mostrare il mio primo bellissimo pane di grano duro (ogni scarrafone è bello a mamma sua!!!!)

Il pane è uno di quegli alimenti che gratificano  tanto, che danno energia, che quando eri piccola e dicevi di aver fame ti rispondevano mangia un pezzetto di pane! Oppure: tira la coda al cane che ti dà pane e salame!!Da piccola, il  pomeriggio quando uscivo, senza pericoli e con la mamma tranquilla a casa, se mi veniva fame andavo dal fornaio e mi compravo una bella rosetta calda e croccante. L’estate in vacanza in un paesino nel viterbese,  San Lorenzo Nuovo,  c’era un forno che serviva tutti, nel senso che tutti lo usavano come forno di casa!  Non era inusuale che mia madre mi desse una teglia di pomodori con il riso da far cuocere al forno di Divina, una giovane donna semplice e a suo modo sensuale sempre sporca di farina e con l’odore ed il caldo del  pane sempre addosso. Da quel forno uscivano i filoni sciapi, bianchi di farina che ti portavi a casa avvolti da un pezzetto di carta oleata che bastava solo per non tenerli a mani nude. Filoni caldi caldi con una crosta croccante ed una morbida mollica che non potevi fare a meno di spezzare per mangiartene  un pezzetto e con cui fare subito la scarpetta o una bruschetta una volta arrivati a  casa!
Più in là negli anni mi sono appassionata anche al pane più rude, il grano duro, sapore più rustico, duro, meno delicato ma altrettanto croccante, gustoso, versatile. Quello tipico dei paesi della provincia di Reggio Calabria, dove vado adesso in vacanza e dove faccio grandi scorpacciate di pane! Ad ogni paese il suo, rigorosamente di grano duro,  c’è il pane di Seminara, il pane di Platì, il biscotto di grano duro di Cocullaro, insomma il pane di casa, cotto tradizionalmente a legna. Ed è questo il primo pane che ho provato a fare, il pane di grano duro che, con mia grande sorpresa, si è lasciato manipolare dalle mie inesperte mani per poi lievitare a dismisura e cuocersi promettendo e mantenendo proprio quella croccantezza esterna e quella morbidezza interna che fanno del pane di grano duro un fedele accompagnatore di olio locale, di sughi e di salumi. 
questo pane partecipa al contest
http://www.lacucinadiqb.com/2012/06/bread-hunters-cacciatori-di-pane-il-web.html

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16 Comments

  1. says: Giuliana

    non si resiste al pane, al suo profumo, alla sua crosta croccante, alla sua mollica morbidissima.
    Mia nonna lo faceva, nel forno a cupola che era nell'orto e che usavano tutte le donne della sua famiglia patriarcale…

    io invece non ho un buon rapporto coi lieviti, lo faccio a volte, ma lui lo capisce che non è nelle mie corde e a volte mi fa dispetti…

  2. In questo momento ho impastato la mia prima prova di pane con lievito madre, che mi è stato regalato, sono molto curiosa e ansiosa di vedere il risultato…..fare il pane è molto bello e il tuo è riuscito proprio bene!!!!
    ciao a presto ^_^

  3. says: Antonella

    Adoro il pane fatto in casa e tu Meri sei stata bravissima!
    Complimenti!

    Cara sto partecipando col mio blog ad un concorso ti andrebbe di regalarmi un piccolissimo voto? Basta andare qui http://www.marioragona.it/blog/
    e cliccare su "Il Fantastico Mondo di Antonella" e poi su vota.
    Te ne sarei grata mancano solo pochi giorni!
    Un bacione.

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