Acquacotta alla Viterbese
Eccoci ad aprile per il nostro consueto giro virtuale nelle cucine tradizionali della nostra penisola. Il tema del mese di aprile de L’Italia nel piatto è molto interessante, si parla di piatti del passato, la cucina povera del passato.
Se penso ad un piatto povero mi viene subito in mente quello che a casa mia veniva indicato come uno dei piatti poveri per eccellenza, ricordo del periodo di fame che i nostri nonni avevano subito durante i duri periodi delle guerre:
l’abbacchio scappato, cioè un piatto di patate insaporite con erbette e aglio, il cui profumo era in grado di evocare un piatto succulento, tipo un bell’arrosto al forno ma che in realtà arrivava in tavola sguarnito della ciccia che al tempo era impossibile da trovare e da comprare.
E sono proprio le patate insieme al pane gli ingredienti più in uso nella cucina semplice.
Il pane arricchito di erbette, di pomodoro, strofinato di aglio o cipolla oppure usato per dare sostanza ai piatti, per sfamare dopo una giornata di lavoro pesante passata in campagna o in mare sopra ad un peschereccio.
Origine del piatto
L’acquacotta della Tuscia viterbese è nata proprio come un alimento povero, era il pasto dei butteri che dopo il duro lavoro a seguito delle mandrie avevano con loro solo acqua e pane raffermo al quale aggiungevano le erbe raccolte nei campi: insomma con l’acqua il pane cresceva e lo stomaco si riempiva.
Naturalmente ce ne sono tante versioni di acquacotta, le verdure poi dipendono dalla stagionalità ma generalmente nella Tuscia viterbese si usano patate, cicoria e cipolla. Nella versione più ricca si aggiunge alla fine un uovo cotto in camicia oppure del baccalà.
Una parte molto importante la gioca il prezioso olio che tradizionalmente veniva versato dal capo mandriano, il quale proprio come un rito, lo versava sul pasto tracciando un segno di croce.
La mia ricetta
Ho preparato l’acquacotta senza minimamente immaginare l’effetto che avrebbe avuto sul mio pranzo di un sabato di marzo. L’ho assaggiata calda, l’ho ri-assaggiata tiepida e poi l’ho divorata fredda. Un piatto che non mi aspettavo così buono, così avvolgente, così profumato. Non lo conoscevo prima e sono contenta di averlo scoperto.
Certo questa è la mia ricetta probabilmente diversa da quella tradizionale, ma sicuramente è un’acquacotta e per di più squisita. Provatela e non dimenticatevi della mentuccia che, secondo me, dà uno sprint unico al piatto!
Porzioni |
2 persone
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- 2 patate
- 1 cipolla
- 2 spicchi d'aglio
- 400 g di cicoria piccola (di campo)
- 2 rametti di mentuccia fresca
- 4 o 5 pomodorini piccoli e sodi
- 1 pizzico di sale
- 1 pezzetto di peperoncino
- 2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
- qb acqua per la cottura delle verdure
- 2 (o più) fette di pane raffermo che potete anche tostare
- 1 spicchio d'aglio
- 1 cucchiaio d'olio extra vergine
- 1 pizzico di sale
- 1 pezzetto di peperoncino
Ingredienti
per cuocere la cicoria
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- Sbucciate e tagliate le patate a pezzi grossi e inseriteli in una pentola. Aggiungete una cipolla tagliate a fette, 2 spicchi d'aglio interi, i rametti di mentuccia, il peperoncino e i pomodori tagliati a metà. Coprite con due bicchieri d'acqua: le verdure devono cuocere ma non bollire nell'acqua. Eventualmente durante la cottura se ne può aggiungere ancora. Aggiungete una presa di sale e lasciate andare a fuoco medio e ogni tanto mescolate avendo cura di non far sbriciolare le patate.
- Pulite e lavate benissimo la cicoria, poi tuffatela in acqua bollente leggermente salata e lasciatela ammorbidire per qualche minuto in modo che l'amaro delle foglie possa scaricarsi un po'. Scolatela bene e ripassatela in una padella con olio, aglio e peperoncino.
- Torniamo all'acquacotta, nel frattempo dovrebbe essere pronta. Sul fondo del piatto poggiate le fette di pane e versate sopra l'acqua cotta con la quantità di brodo desiderato, Aggiungete la cicoria e un bel giro d'olio extravergine.
- Potete decorare con altre foglie di mentuccia, i più golosi possono aggiungere del pecorino grattugiato. In qualunque modo la gustiate, godetevela perché è veramente buona!
Nella versione più ricca il baccalà, una volta ammollato, va aggiunto in pentola a metà cottura.
Se si opta per l'uovo invece la sua cottura è in camicia e si unisce al piatto già pronto posandolo sopra il pane.
Pronti per un bel viaggetto virtuale? andiamo nelle altre regioni italiane a scoprire quali sono i piatti del passato
Valle d’Aosta: Frittata alpina “fritò de montagne”
Piemonte: Torta Verde con riso e spinaci della nonna. Ricetta di Pasqua
Liguria: sbira o zuppa di trippa
Lombardia: Minestra Mariconda
Trentino-Alto Adige: Bro Brusà o Zuppa di farina abbrustolita
Veneto: Zuppa di ortiche e aglio ormino
Emilia-Romagna: Le zavardone
Toscana: La sbroscia, zuppa antica della Versilia
Marche: I frascarelli
Umbria: Passato di fave – Ricetta con fava cottora dell’Amerino
Abruzzo: La Pizza Scima abruzzese
Molise: Cicoria ricamata
Campania: Cardilli, pomodori e pane
Puglia: Capriata martinese
Basilicata: L’acquasale dei pastori: ricetta povera della cucina lucana
Calabria: Pani cu ‘u salaturi
Sicilia: Pasta alla Paolina
Sardegna: Minestra ‘e Merca
Italia nel piatto: https://www.facebook.com/LItaliaNelPiatto/
Buonissima anche la tua acquacotta Mari, un bacione e auguri 🙂
grazie!!!!
un piatto della tradizione dagli ingredienti contadini ma sostanziosa, davvero speciale! un abbraccio e tanti cari auguri di buona Pasqua!
Si un piatto molto sostanzioso! Grazie per gli auguri!
Un piatto stupendo, molto invitante.
Amo questi piatti “poveri”, ma ricchi di gusto!
Un bacio e Buona Pasqua
Anch’io Daniela, grazi mille
E’ mattina presto, ho appena finito la colazione, ma nel leggere la tua presentazione del piatto, mi è venuta voglia di provarlo!
La semplicità dei piatti del passato, quel gusto autentico ricavato da ingredienti comuni, semplici, poveri.
Questi piatti sono un grosso patrimonio per la gastronomia italiana e non solo!
Ottima proposta, come sempre.
Grazie mille Sabrina provalo, vedrai ti piacerà!
Ti auguro di riuscire a trascorrere, seppur con tutte le limitazioni a cui siamo obbligati, la domenica di Pasqua in totale serenità … sperando che sia l’ultima! Buona Pasqua !
un abbraccio
Alice
grazie Alice!!!
Ne ho sempre sentito parlare, ma non l’ho mai assaggiata. Le ricette del passato, quelle della tradizione contadina hanno sempre una marcia in più a livello di bontà perchè sono fatte con il cuore. Buona Pasquetta. Un bacio
Grazie Laura un bacio anche a te
I piatti del passato, seppure nella loro apparente povertà, oggi più che mai vengono riscoperti per la loro genuinità e semplicità, oltre naturalmente per il gusto.
vero e sono buonissimi!!!
questa la devo fare, c’è così tanta cicoria in questo periodo.
anche se in ritardo Buona Pasqua
provala allora e grazie per gli auguri!
Devo assolutamente provarla anch’io Marina! Mi ha messo una fame addosso… Bravissima come sempre!
Baci,
Mary
Grazie Mary, a me è piaciuta tantissimo!
Un piatto che non conoscevo, grazie!!!
grazie a te!!
Non ho mai provato a fare l’acquacotta ma così, come la presenti tu, mi attira molto. Adoro un sacco le minestre di verdure e spesso la sera amo mangiare così. Mi sembra di coccolarmi. Buon inizio di settimana Meri
Non ho alcun dubbio a credere che sia stata ottima!!!
ciao
elisa
Mai fatta e l’insieme di verdure qui poche non fa per me. Deve essere molto buona e semplice. Buona settimana.
Un abbraccio grande Edvige e grazie per essere passata!
Non sempre i piatti a base di pane mi piacciono . Questo fa proprio gola!
grazie Tina!!
Buonissima e bellissima la tua acquacotta! Ti ruberò l’idea della mentuccia (= nepitella dalle mie parti). La prossima volta la proverò per dare una spinta in più all’acquacotta toscana.
Buonissima e bellissima la tua acquacotta! Ti ruberò l’idea della mentuccia (= nepitella dalle mie parti). La prossima volta la proverò per dare una spinta in più all’acquacotta toscana.